Brano: [...]spirazione clandestina all’organizzazione della lotta armata. Rappresentante del P.C.I. nel Comitato di liberazione vogherese sarà Riccardo Dagradi. Alla prima riunione del C.L.N. (in un campo di granoturco, in località Ferretta) oltre a Dagradi parteciperanno: il cattolico Luigi G and ini e il repubblicano Claudio Crescenti (entrambi commercianti) ; l’avvocato socialista Attilio Morini (figlio dell’onorevole Emilio, morto nel 1930) e il giovane Franco Quarleri (v.). Quest'ultimo, futuro capo di stato maggiore della Brigata “Masia”, cadrà durante la liberazione di Voghera il 25.4.1945 e sarà decorato di medaglia d’oro.

Lotta armata

Per la sua posizione geografica, in

pianura ma distante pochi chilometri dalle prime balze dell'Appennino Pavese, attraverso le quali era facile raggiungere le maggiori pendici del Lesina e del Colletta, durante la Guerra di liberazione Voghera divenne un’importante base partigiana.

Nel settembre 1943 giunse qui il comunista Beniamino Zucchetta (v.), appena liberato dal confino di Ventotene e incaricato dal su[...]

[...]ltre formazioni politiche e soprattutto con giovani disposti a darsi alla macchia: da questi emersero i maggiori protagonisti della lotta partigiana, a partire dai ventitreenni Domenico Mezzadra (v.) e Carlo Barbieri (il futuro commissario “Ciro” delle formazioni garibaldine delTOItrepò).

Molto attivo a Voghera fu anche il gruppo che faceva capo al Partito d'Azione e dal quale uscirono non meno capaci e valorosi combattenti: dal già ricordato Franco Quarleri a Giovanni Antoni netti (il Capitan Giovanni delle formazioni “Giustizia e Libertà”) e a Jacopo Dentici, un ragazzo che lascerà la vita nel lager di Gusen (v.).

La mattina del 13.5.1944, sulla elettromotrice diretta a Varzi salirono il giovane sottotenente Domenico Mezzadra (Americano) e Carlo Lombardi (v.), un veterano comunista. Scesi alla stazione prima di Varzi, con pochi compagni essi presero la via dei monti, per dare inizio alla guerra partigiana.

Claudio Crescenti

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Brano: [...]ricchite di nuovi apporti dalla pianura e gradualmente assorbendo le iniziali bande autonome, 8 distinte Brigate partigiane. Una, guidata da Antoninetti (Capitan Giovanni), liberò Romagnese già nell’aprile 1944 e, in seguito, riuscì ad allacciare (anche per conto delle altre) collegamenti radio con gli Alleati; un’altra, guidata da Tiziano Marchesi [Tundra), prese Pometo e Ruino (sullo spartiacque fra Tidone e Versa); un’altra ancora, guidata da Franco Quarleri [Carli), presidiò la fascia collinare. Al colmo dell’estate 1944 queste Brigate contavano complessivamente quasi 600 uomini ed entrarono a far parte della Divisione « Giustizia e Libertà » intitolata al caduto Massenzio Masia, con il proprio Comando nel Piacentino.

Vi erano poi 3 Brigate Garibaldi, rispettivamente intitolate alla memoria dei caduti Arturo Capettini, Crespi e del quattordicenne Aldo Casotti, operanti nella alta valle Staffora ma anche più a sud, sul tratto alessandrinopiacentino della dorsale montuosa principale, da dove facevano qualche puntata in pianura. Nel settembre 19[...]

Brano: [...]ezione

Il 17 aprile gli Alleati sfondarono la Linea Gotica e il 18 arrivò ai partigiani il « testo della unificazione », che consacrava la loro appartenenza all'Esercito italiano. Nelle città ebbe inizio lo sciopero preinsurrezionale e il 25 aprile Voghera fu libera. Il locale presidio, composto da 290 tedeschi, fu costretto ad arrendersi.

La liberazione della città costò il sacrificio di alcuni patrioti, fra cui il già nominato comandante Franco Quarleri (Carli). Le Brigate di pianura riuscirono a tenere attivi i traghetti del Po e del Ticino, attraverso i quali poterono passare le formazioni di montagna. Queste infatti furono autorizzate dal C.L.N.A.I. a portarsi fino a Milano, dove giunsero, fra l'entusiasmo delia cittadinanza, il giorno 27 aprile. G.Vac.

Per la bibliografia si veda la voce Pavia.

Partigiani dell’Oltrepò Pavese sfilano per le vie di Milano nei giorni della Liberazione (28.4.1945)

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Brano: [...]sul Ticino, o le passerelle che li sostituivano, furono tenuti in funzione dalle Brigate della pianura e dai vigili del fuoco, per consentire il transito alle 4 Divisioni di montagna. Queste infatti furono autorizzate a marciare su Milano e, all'alba del 25 aprile, partirono all'attacco. La sera stessa venne liberata Voghera, dove si arresero 290 tedeschi, ma nel corso dell'operazione caddero alcuni patrioti, fra i quali il già citato comandante Franco Quarleri, colpito da una raffica di mitra nell’ultima fase degli scontri.

Vigevano il 26 aprile e Pavia fra il 26 e il 27 furono liberate dalle formazioni locali. Anche qui si ebbero alcuni caduti, fra i quali il professore Bruno Castighioni (morto nel tentativo di indurre alla resa il presidio tedesco che, dalla periferia, teneva la città sotto la minaccia dei cannoni), e il cittadino Luigi Boera che compì un analogo tentativo nei confronti di un altro reparto tedesco in via Oberdan. Entrambi furono falciati dal nemico mentre, per parlamentare, procedevano disarmati e a braccia aperte. Il 27 april[...]